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L’archeo discarica di corcolle

di Gianni Innocenti, 2011
Legambiente Tivoli

Il Prefetto Pecoraro, Commissario straordinario all’emergenza rifiuti, ed il Governatore del Lazio Polverini non ascoltano cittadini ed associazioni e vanno avanti per la loro strada.

Polverini e Pecoraro non ascoltano le Associazioni ambientaliste ed i Comitati dei Cittadini che sostengono, documentandolo, che la ex cava di Corcolle essendo di pozzolana ha il sottosuolo permeabile e per di più ricco di falde acquifere. Quindi il percolato dei rifiuti raggiungerebbe con facilità le acque sorgive che riforniscono gli acquedotti pubblici, tra cui l’Acquamarcia di Roma, con conseguenze gravi e immaginabili anche da un bambino.

Polverini e Pecoraro non ascoltano il mondo della Cultura e dell’Arte nazionale e internazionale, che continua ad affermare pervicacemente che il sito archeologico di Querquetula ed il sito Unesco patrimonio dell’Umanità, Villa Adriana, non possono essere contagiati da centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti e dal loro olezzo.

Polverini e Pecoraro calpestano, giovandosi dello “stato di emergenza”, le leggi che la stessa Regione Lazio ha emanato anche recentemente.
Lunedì 7 dicembre, dopo la presa di possesso dell’area interessata alla discarica, i tecnici avrebbero dovuto iniziare i sondaggi e le analisi del sottosuolo. Associazioni e cittadini hanno impedito con la loro presenza che ciò avvenisse. L’appuntamento è solo rimandato, ma è assurdo che ciò avvenga dopo la scelta di localizzazione e non prima, fingendo di ignorare i fattori escludenti che questa area presenta, riportati persino dal documento ricognitivo della Regione Lazio.

Fare sondaggi e analisi nell’area di Corcolle significa sprecare soldi pubblici, visto che le cartografie del Piano regionale delle attività estrattive, del Piano stralcio di assetto geologico dell’Autorità di bacino del Tevere e del Piano territoriale paesaggistico regionale, appongono vincoli dovuti ad una complicata situazione idrogeologica (distanze di rispetto dai corsi d’acqua, scarpate in frana, protezione delle falde acquifere) ed alla necessità di mantenere integro questo superstite lembo di Agro romano antico.

Non è bastato a Polverini e Pecoraro sprecare un milione e cinquecento euro di risorse pubbliche per scoprire, anche qui a posteriori, una falda acquifera superficiale nella cava adiacente a quella di Corcolle, che doveva ospitare il terreno inerte proveniente dagli scavi della linea metro B1 e che è rimasta inutilizzata.

Che il modo di procedere del Prefetto Pecoraro sia quantomeno “disattento” emerge anche da un servizio pubblicato dal settimanale nazionale l’Espresso a proposito di uno scarico di materiali non autorizzati in una cava di Lanuvio.
Questo ci preoccupa e rinforza il nostro dubbio sull’attendibilità di alcune dichiarazioni del Prefetto stesso, secondo le quali il sito di Corcolle dovrebbe accogliere solo rifiuti trattati e solo per 36 mesi. L’esperienza dell’Inviolata di Guidonia sta lì a dimostrarlo: 25 anni di servizio, colline di 140 metri che modificano le carte geografiche ed un accertato inquinamento della falda acquifera sottostante (chi ne pagherà ora la bonifica?)

Per tutti questi motivi la nostra contrarietà alla localizzazione della discarica a San Vittorino – Corcolle è assoluta e va abbandonata senza spendere altri soldi inutilmente. Non ci fidiamo! Se i sondaggi si vorranno ostinatamente fare esigiamo la presenza di periti di nostra fiducia. In questo territorio abbiamo già vissuto lo stato di emergenza per la subsidenza, costata finora circa 60 milioni di euro: il pozzo di profondità e la condotta, che dovevano risolvere il problema, sono rimasti lì a marcire come ennesimo monumento allo spreco.

Occorre mettere da parte il metodo dei commissari per l’emergenza, perché non risolve i problemi, causa lo sperpero di risorse pubbliche, calpesta le leggi e il diritto dei cittadini a partecipare alle scelte che li riguardano da vicino.

 
 
 
 
 
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