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L’amministrazione pietropaoli-pascucci sta gestendo la gara per il nuovo depuratore ai limiti della legittimità, con ritardi, sotterfugi, discrezionalità, rifiutando le proposte migliorative dell’opposizione
Nell’agosto 2007 l’amministrazione Salinetti - consapevole dell’importanza di un nuovo depuratore per eliminare i cattivi odori nel paese, consentire nuove iniziative edilizie, sviluppare le attività produttive - ricercò e ottenne un finanziamento regionale di 4 milioni 850 mila euro per la costruzione di un nuovo depuratore e l’eliminazione dei due esistenti (Sant’Agostino e Muratelle).
Nel luglio 2008 il consiglio comunale approvò il progetto preliminare del nuovo depuratore in località Prato dei Grottoni e la relativa Variante al Piano Regolatore per trasformare la destinazione urbanistica del terreno da agricolo a servizi. Tale variante fu approvata dalla giunta regionale nel gennaio 2011. Contestualmente furono acquisiti gli innumerevoli pareri necessari: la Via (Valutazione Impatto Ambientale), gli usi civici, il nulla osta sismico, quello sanitario, quello di Acea Ato 2 Spa, ecc. Inoltre, fu avviata la corretta procedura di esproprio dell’area.
Nel frattempo l’amministrazione ottenne due proroghe alla scadenza del finanziamento perché i ritardi nella realizzazione dell’opera erano dovuti alla Regione stessa che ha impiegato due anni e mezzo per rilasciare i pareri di sua competenza e approvare la variante al PRG.
Il 15 maggio 2011, data delle elezioni comunali, per completare l’iter ed effettuare la gara d’appalto dell’opera mancava solo l’autorizzazione paesaggistica, per il cui ottenimento era già stato acquisito il parere della Soprintendenza archeologica e convocata la conferenza di servizi per il 24 maggio.
Il 27 giugno è stato approvato il progetto esecutivo dell’opera. Nonostante l’ulteriore proroga concessa dalla Regione alla giunta Pascucci fissasse al 31.12.2011 il limite per l’espletamento della gara, la nuova amministrazione ha emanato il bando di gara soltanto il 25.11.2011.
Come mai ci sono voluti 5 mesi per indire la gara d’appalto?
La gara, redatta con la collaborazione di esperti spendendo 25 mila euro, è stata bandita con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che prevede l’assegnazione fino a 70 punti alle proposte tecniche migliorative e fino a 30 punti all’offerta economica. Però sono stati lasciati soltanto 26 giorni alle imprese per presentare le loro offerte. Il tempo minimo previsto dalla legge, ma sicuramente insufficiente per consentire alle ditte di studiare il progetto, fare i sopralluoghi e predisporre adeguate offerte tecniche migliorative. Tant’è vero che hanno presentato un’offerta soltanto 11 ditte, meno della metà di quelle che hanno richiesto i documenti e svolto il sopralluogo, e assai poche rispetto all’appetibilità di un appalto con tale importo in un periodo di crisi e di paralisi dei lavori pubblici.
Se alla gara della caserma, di importo tre volte minore, hanno partecipato 110 ditte, come mai a quella del depuratore solo 11?
La gara d’appalto è stata pubblicata su un quotidiano nazionale e su uno a diffusione locale come prevede l’art. 122 c. 5 del codice dei contratti?
Il 21 dicembre, ultimo giorno per la presentazione delle offerte, il capo-settore dell’Ufficio tecnico comunale si è auto-nominato presidente della commissione giudicatrice e ha nominato gli altri due membri: il tecnico del comune di Ciciliano e quello di Palombara. Questo in deroga alla delibera di giunta che prevede che le commissioni di gara siano composte da membri interni al comune.
Che senso ha farsi assistere da legali esterni per fare il bando
E poi nominare una commissione a propria discrezione?
Questo avveniva il 21 dicembre. Cinque giorni prima, il 16 dicembre, l’Unione di centrosinistra aveva presentato una mozione che chiedeva di aggiungere ai tre membri interni della commissione altri due esterni: un architetto paesaggista e un ingegnere esperto in depurazione scelto tra una terna di nomi indicata dall’Ordine degli ingegneri d’intesa con Acea Ato 2, società che prenderà in gestione l’impianto subito dopo la sua costruzione. Ciò per meglio valutare le offerte migliorative delle ditte.
Perché, invece, si è scelto di formare una commissione con due membri su tre scelti in modo discrezionale tra tecnici dei comuni vicini che non hanno una competenza specifica nel campo degli impianti di depurazione?
Perché non si è aspettato il consiglio comunale convocato per il 22 dicembre per decidere la composizione della commissione giudicatrice?
E’ una scusa dire che entro il 31 dicembre si doveva aggiudicare la gara, perché tale data non poteva comunque essere rispettata. Infatti ad oggi la commissione non ha aperto neanche le offerte tecniche.
Il 22 dicembre, al momento di discutere la mozione in consiglio comunale, il presidente del consiglio Pietropaoli prima ha avuto l’arroganza di far passare la discussione della mozione come una concessione, mentre era un suo preciso dovere istituzionale; poi ha risposto in modo evasivo e sprezzante, a mo’ di chi ha la coda di paglia: “E che a me lo chiedi?”, alla domanda se la commissione fosse stata già istituita, mentendo sapendo di mentire. A questo punto vi è stata la reazione indignata di Pino Salinetti, che ha invitato Pietropaoli “ad andare a quel paese” a fare il ducetto e a ingannare il consiglio. Non abbiamo difficoltà a riconoscere che si è trattato di una reazione non idonea sul piano istituzionale, anche se tutti sanno che non è nello stile di Pino comportarsi in questo modo.
Ci sembra tuttavia che questa reazione sia meno offensiva, sul piano personale e politico, degli atteggiamenti arroganti, poco trasparenti, diffamatori e di chiusura al dialogo assunti in questi mesi dal presidente del consiglio comunale e dalla sua maggioranza ogni volta che si sono trovati a dover riparare alle proprie incapacità e sotterfugi.
Salinetti nella sua funzione di sindaco ha ottenuto il finanziamento del depuratore, ha seguito passo passo la progettazione, l’esproprio, l’iter urbanistico e autorizzativo, ha servito su un piatto d’argento all’amministrazione Pascucci un’opera solo da appaltare. E che fanno Pietropaoli e Pascucci? Anticipano la richiesta dell’opposizione, scegliendo una commissione a propria discrezione, senza avere nemmeno il coraggio di dichiararlo in consiglio comunale.
Ostile al paese è chi è approssimativo nella gestione della cosa pubblica, chi pratica i sotterfugi ai limiti della legittimità, chi espropria gli organi eletti dai cittadini del potere di indirizzo, di controllo e di decisione specie su questioni fondamentali per la qualità della vita e lo sviluppo occupazionale del paese. Chi deve vergognarsi è l’impostore e non chi reagisce ad un’impostura.
L’approvazione del progetto esecutivo, del bando di gara e la nomina della commissione giudicatrice sono state adottate dal capo-settore dell’Ufficio tecnico e non dal consiglio o dalla giunta comunale. Come se fosse un problema tecnico e non politico scegliere quale tipo di gara fare e come comporre la commissione per assicurare trasparenza e competenza nella selezione della ditta appaltatrice.
Non vorremmo che dietro questa procedura “tecnica”, dietro questo modo di far prendere le decisioni al capo-settore, si nasconda la mano di un manovratore tesa a scavalcare il confronto politico con maggioranza e opposizione e a far passare quello che è più conveniente per lui.
Infine segnaliamo che non ci risultano siano state perfezionate le procedure di esproprio dell’area. Ciò comporta che una volta assegnati i lavori alla ditta, questa non potrà accedere nei luoghi, oppure il comune sarà costretto a procedure d’urgenza con i relativi rischi di contenziosi e di costi aggiuntivi.
Ritardo nell’indizione della gara, insufficiente pubblicizzazione, tempi minimi per la presentazione delle offerte, scelte politiche fatte passare con sotterfugi tecnici ai limiti della legittimità, commissione giudicatrice nominata in modo discrezionale con componenti esterni senza specifiche competenze, arrogante chiusura verso la proposta migliorativa dell’opposizione. Non è questo il modo di realizzare un’opera di importanza strategica per il paese e tanto meno di gestire il Comune.
Tutto ciò mette a rischio la realizzazione dell’opera.
Se qualcosa non funzionerà,
La responsabilità sarà dell’arrogante e non trasparente amministrazione pietropaoli-pascucci.
Castel Madama, 28 gennaio 2012