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Neanche il tempo di trarre speranza dalla buona riuscita della manifestazione di sabato 18 febbraio che arriva la doccia gelata del Prefetto Pecoraro, il quale incassa l’ok sul rilievo idrogeologico del sito di Corcolle e rilancia l’imminente apertura della discarica. Così mentre a Riano si è indietro nei rilievi, la Villa di Adriano rischia di accogliere l’olezzo dell’intera produzione di rifiuti di Malagrotta, prossima alla chiusura.
Grande manifestazione di popolo sabato 18 febbraio, cui hanno preso attivamente parte studenti delle scuole superiori, cittadini, istituzioni locali e movimenti politici (vedi pdf adesioni).
Il corteo di circa tremila persone da Villa Adriana ha raggiunto Villa d’Este passando per il Tempio della Tosse ed il Tempio di Ercole Vincitore. Un corteo di vibrante protesta la cui voce sembrava voler destare dal sonno della storia anche i monumenti.
Ma ciò non ha impedito al Prefetto Pecoraro, che da quell’orecchio proprio non sente, di confermare l’aberrante localizzazione della discarica a Corcolle, confortato anche dai freschi risultati, privi di controindicazioni, dei rilievi idrogeologici da lui stesso commissionati.
La discarica dell'Inviolata a Guidonia Montecelio, la seconda più grande nel Lazio, insieme a quella eventuale di Corcolle donerebbero alla bassa valle dell’Aniene e all’area tiburtina - prenestina la leadership laziale dei rifiuti e dell'immondizia, mandando al diavolo la secolare vocazione agricola, turistica e culturale del nostro territorio.
Questo che fino a ieri era un incubo potrebbe essere realtà prima del temuto, visto che nell’altro sito individuato dal Prefetto, quello di Quadro Alto a Riano, i rilievi idrogeologici sono solo all’inizio e ci vorrà del tempo, mentre Malagrotta potrebbe chiudere a giugno, tra quattro mesi. In tal caso a Corcolle, nella “Discarica di Renata” (per compensare la decadenza della Villa di Adriano) finirebbero così, fino alla eventuale apertura di Quadro Alto, tutti i rifiuti prodotti a Roma: circa 4.000-4.500 tonnellate al giorno, che moltiplicati per 365 giorni fanno più di 1 milione e mezzo di tonnellate l’anno. Questo dato lascia presumere che in meno di un anno il sito di Corcolle potrebbe essere già saturo, perché la sua capienza, stimata dai tecnici di Pecoraro, è di 1,2 milioni di tonnellate.
Ciò conferma il fine affaristico di tale soluzione, che non risolve alcun problema rispetto alla gestione generale del ciclo dei rifiuti, ma ne crea uno enorme al territorio, ai suoi abitanti ed alle sue imprese.
Nella speranza che la battaglia civile e giuridico amministrativa intrapresa dai comitati e dalle istituzioni locali contro la discarica abbia la forza e la buona sorte di prevalere sulla speculazione affaristica e sulla malapolitica, invitiamo alla lettura degli articoli di giornale di seguito allegati.