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Accorpamento degli istituti e nuovi tagli

di Carla Corciulo del Tavolo regionale del Lazio per la difesa della scuola statale

Uno degli ultimi decreti del governo Berlusconi, stabilisce il “minimo” di mille alunni per ogni istituto comprensivo che riunisce scuole dell’infanzia, elementare e media. Le Regioni hanno il compito di fare l’ennesimo taglio sulla scuola statale. Che fine farà la scuola di Castel Madama?

L’ Istituto comprensivo di Castel Madama ha usufruito di una proroga fino al 2013 per il fatto di avere circa 700 alunni, un numero vicino al limite minimo fissato dal ministero. Dal prossimo anno scolastico l’istituto dovrebbe essere accorpato ad altre scuole, ma non è ancora stato deciso se verrà accorpato con l’istituto della valle del Giovenzano (Gerano, Cerreto, Sambuci, Siciliano, ecc.) o con quella della valle Ustica (Vicovaro, Mandela, Licenza, ecc.).

Negli ultimi tre anni nelle scuole del Lazio sono aumentati gli alunni (5.144 in più), sono diminuiti i docenti (5.747 in meno), è diminuito il personale ATA (3.968 in meno). Il numero delle classi è sceso di 774 unità mentre hanno dovuto chiudere ben 53 scuole e, con il nuovo anno scolastico, ci saranno altre 97 scuole in meno.

Entro l’anno infatti le Regioni devono approvare il Piano di dimensionamento scolastico, tenendo conto dei nuovi parametri. Rischiano così di scomparire scuole, soprattutto nei piccoli paesi, oppure di essere accorpate ad altri istituti scolastici, perdendo la propria fisionomia organizzativa.

Molte amministrazioni locali e alcune Regioni si stanno muovendo per ostacolare l’attuazione di altri tagli ad un sistema scolastico già ridotto ad una sopravvivenza precaria. Infatti, con gli accorpamenti salterebbero altri posti di lavoro, in particolare del personale amministrativo ed ausiliario. Le famiglie sarebbero costrette a rivolgersi a uffici di segreteria lontani chilometri dalla propria abitazione e impossibilitati a sostenere carichi di lavoro aumentati a dismisura. La vigilanza dei bambini e dei ragazzi, già ridotta al minimo, non sarebbe in molti casi garantita. I dirigenti scolastici, sempre più vincolati a funzioni burocratiche, perderebbero del tutto la possibilità di relazionarsi a genitori, alunni e docenti, di coordinare le attività didattiche e stimolare l’innovazione. La scuola di base italiana di anno in anno sta diventando un lontano ricordo della scuola che era una delle migliori nel mondo.

Il Tavolo regionale del Lazio per la difesa della scuola statale considera inapplicabili gli ultimi decreti del governo Berlusconi, emanati senza neanche consultare le Regioni in una materia di loro competenza, e invita la Regione Lazio a non tenere conto, nel varo del nuovo piano di dimensionamento, di quei provvedimenti in contrasto col diritto allo studio sancito dalla Costituzione.

 

 
 
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