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Il re è nudo

di Domenico Perna, 2012

Lo strappo di Michele Nonni e Marco Di Berardino nei confronti della maggioranza non si ricuce, anzi si allarga. Il consiglio del 31 maggio approva le modifiche alla lottizzazione delle Muratelle, nonostante Nonni ne richieda il ritiro. Ma ad essere ritirate dal sindaco sono le deleghe di assessore e di vice sindaco a Nonni. Di Berardino entra nell’UDC. Nel consiglio del 3 luglio i due non si presentano perché non c’è stato alcun chiarimento in maggioranza. Ad un anno dalle elezioni, i nodi vengono al pettine e si evidenziano tutte le contraddizioni e debolezze dell’amministrazione Pascucci-Pietropaoli.

Lo strappo tra Nonni - Di Berardino e i sindaci (quello di nome e quello di fatto) continua e assume sempre più le caratteristiche di una rottura politica definitiva, sancita dalle aspre prese di posizione contrapposte dell’UDC, di Iniziativa e Solidarietà e delle Nostre Radici.

Lo scontro è venuto alla luce del sole l’ultima settimana di maggio. La notte tra il 26 e il 27 viene affisso un manifesto anonimo contro Nonni: un vero e proprio attacco personale teso a screditare e ad intimidire il vicesindaco.

Nel consiglio comunale del 31 maggio, Nonni e Di Berardino chiedono di ritirare il punto sulla modifica della lottizzazione delle Muratelle per ricercare una soluzione che tuteli gli interessi generali dei cittadini e del Comune. La maggioranza respinge tale richiesta e i due abbandonano l’aula. Nel proseguo della seduta, la maggioranza, ridotta a sette su 13 componenti del Consiglio comunale, approva le modifiche alla convenzione della lottizzazione.

Il Piano di lottizzazione Muratelle fu adottato nel 2003, quando in giunta sedevano Pietropaoli, Efficace, Monaco, mentre Nonni era il capogruppo della maggioranza. La relativa convenzione, firmata nel 2005, impegnava i privati a progettare e a realizzare parte di una nuova strada di collegamento tra via delle Muratelle e via S.Anna, all’altezza dell’incrocio di Colle Fiorito.

La modifica approvata il 31 maggio prevede che i lottizzanti, invece di migliorare la viabilità di accesso alle future abitazioni su via delle Muratelle, mettano in sicurezza il campo sportivo comunale. Dal punto di vista urbanistico è un’evidente irregolarità: si sostituisce un’opera di urbanizzazione primaria con una secondaria; inoltre si mantiene come via di collegamento alle nuove residenze un tratto di 70-80 metri di strada larga poco più di tre metri e senza marciapiede. Oggi lungo tale strada risiedono una decina di famiglie; domani, finita la lottizzazione Muratelle, ve ne abiteranno altre 50 e ulteriori 100 quando verranno realizzate le altre due lottizzazioni.

Nonostante le evidenti ragioni di Nonni e Di Berardino in merito alla specifica vicenda, il 5 giugno Pascucci ritira le deleghe e la fiducia all’assessore all’urbanistica e vice-sindaco Nonni, per aver sostenuto posizioni diverse dalla maggioranza sulle Muratelle.

Il 9 giugno Nonni e Di Berardino firmano un volantino in cui confermano la loro scelta su via delle Muratelle; respingono il metodo del sindaco che prima ritira le deleghe poi chiede il dialogo; ribadiscono la gravità del manifesto intimidatorio e “paramafioso” subìto, precisando che non proviene dalla sinistra (da chi allora?), affermano di volersi impegnare per il rinnovamento della politica contro l’anonimato, l’illecito, l’arroganza, il perseguimento degli interessi particolari.

La questione Muratelle, seppur grave, è solo l’ultimo dei conflitti tra Pietropaoli e Nonni: è la tipica goccia che ha fatto traboccare il vaso. In questo anno i due si sono scontrati su questioni di metodo (collegialità delle decisioni, confronto con l’opposizione) e di merito (gestione del personale, assetto dell’ufficio tecnico, variante al Piano Regolatore, conclusione dei progetti avviati dalla precedente amministrazione). Basta rileggere le dichiarazioni dei due sui giornali locali. La novità è che lo scontro si è talmente inasprito che è ai limiti della rottura.

Nella maggioranza vi è un profondo malessere provocato dallo strapotere di Pietropaoli, il quale tende ad indirizzare e a controllare l’intera attività amministrativa invadendo le competenze degli altri. A queste tensioni si aggiunge l’incapacità del sindaco di mediare e di ricomporre le divisioni. Dopo i primi mesi Pascucci si è schierato sempre più apertamente con Pietropaoli alimentando lo scontro interno.

Con la richiesta di ritiro della delibera delle Muratelle, Nonni ha inviato un chiaro messaggio politico: “Non sono più disposto ad andare avanti così”. In risposta, Pietropaoli, per mano di Pascucci, gli ha ritirato le deleghe, come a dire: “O accetti questa situazione, o te ne vai”.

Da Nonni e Di Berardino i cittadini si aspettano un atto di coerenza. Se è vero, come essi stessi hanno titolato un volantino, che “l’onestà è la migliore politica”, come si può tornare a fare l’assessore e il vicesindaco, quando poi continuano gli attacchi personali, intimidatori e anonimi; lo stravolgimento dei ruoli istituzionali; il boicottaggio delle deleghe assegnate, un’azione di governo fondata sull’aggiramento delle regole.
Bisogna prendere le distanze da questo modo di amministrare.

Inoltre ritengo che non ci siano i margini per una mediazione. E’ difficile immaginare che il sindaco sappia gestire uno scontro così acuto, che Pietropaoli receda dall’obiettivo di controllare ogni settore della vita amministrativa, che venga assunto un nuovo responsabile dell’urbanistica, che Nonni ritrovi serenità e voglia di fare in una giunta che vive la sua presenza con fastidio.

E’ più probabile il passaggio all’opposizione di Nonni e Di Berardino, iscrittosi anche lui all’UDC.

I volantini e i messaggi non certo accomodanti che si sono scambiati le due parti, l’assenza di Nonni e Di Berardino nel Consiglio comunale del 3 luglio che ha approvato il bilancio 2012, confermano le difficoltà ad operare una ricomposizione.

Comunque, qualunque sarà la futura collocazione di Nonni e Di Berardino in maggioranza o all’opposizione, lo strappo avvenuto in questo mese rappresenta l’inizio della fine dell’amministrazione Pascucci-Pietropaoli.

Per essere più chiari, esso manifesta il fallimento politico della lista Iniziativa e Solidarietà che si vantava di riunire persone di destra, di centro e di sinistra spinte dallo spirito civico di operare per il bene del paese, al di sopra di interessi di parte.
Questo velo di ipocrisia è squarciato e mette a nudo la verità: l’amministrazione, pur se nelle intenzioni di alcuni avrebbe dovuto essere un coro, nella realtà è un solista: il presidente del consiglio. Egli occupa il vuoto programmatico della lista Iniziativa e Solidarietà e di fatto orienta le scelte del sindaco e degli assessori, dirige i consiglieri di destra e gode della subalternità di quei pezzi del PD allontanati dal partito.

Se poi Nonni e Di Berardino passeranno all’opposizione, per Pascucci-Pietropaoli sarà molto difficile continuare a governare, perché la maggioranza si reggerebbe sul voto di un solo consigliere in più rispetto ai sei delle minoranze. Ognuno dei sette consiglieri rimasti (compreso il sindaco) sarebbe determinante in ogni votazione e quindi potrebbe avanzare pretese, mettere veti, condizionare le scelte amministrative.

Il Comune rischia di cadere in una lunga fase di paralisi amministrativa, o di scelte legate ad interessi particolari di questo o quel consigliere. Comunque non legate agli interessi generali del paese. Come è accaduto, purtroppo, con il bilancio 2012, che fa pagare ai cittadini i costi di un’amministrazione chiusa in sé, isolata dalla realtà della gente.

Rivolgo un invito ai cittadini, alle forze sociali, culturali e politiche: prima prendiamo atto che questa finta maggioranza, arroccata nella difesa del potere, senza un collante politico né un progetto condiviso, ha esaurito la sua funzione di governo e vi è la necessità di andare al più presto oltre essa, meglio sarà per Castel Madama e i castellani.

 
 
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