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INFORMAZIONI SUL TARES

di Pino Salinetti, 28 dicembre 2013

Molti cittadini mi chiedono notizie su questo nuovo tributo, anche perché in questi giorni stanno arrivando la terza e quarta rata da pagare. Sulla terza trovate due somme: una da versare al Comune e una da versare allo Stato. Sulla quarta rata vi è il saldo della parte da versare al Comune.

Cos’è il TARES Il TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) è stato introdotto dal Decreto Legge 201/2011, cosiddetto "decreto salva Italia", in sostituzione della TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). L’obiettivo dei governi Berlusconi, Monti e Letta che hanno elaborato, approvato e regolamentato il TARES è questo: lo Stato non deve più trasferire soldi ai Comuni, bensì i Comuni con questo nuovo tributo devono prelevare dai cittadini le entrate necessarie per coprire le spese relative ai rifiuti, alla pulizia delle strade e ai cosiddetti “servizi indivisibili” quali l’illuminazione pubblica, le manutenzioni stradali, ecc.
Il Decreto Legge 201/2011 impone ai Comuni di:
• determinare le entrate del TARES sul totale delle spese da sostenere per i servizi indicati sopra;
• dividere tale somma tra i cittadini e le imprese in modo che con il TARES entri nelle casse comunali tanto quanto serve per pagare l’intero costo dei servizi;
• aggiungere infine una quota per i servizi indivisibili.
Per questi motivi l’applicazione del TARES comporta un aumento rispetto alla TARSU. Per esempio a Castel Madama nel 2011 la TARSU fu di €803mila, nel 2012 di €839mila. Oggi il TARES è di €1.047mila, quasi il 35% in più. Aumento che sale al 73% se si considerano anche i 300mila euro per i servizi indivisibili che vanno allo Stato.

Il TARES 2013 a Castel Madama L’amministrazione comunale di Castel Madama a maggioranza ha definito in questo modo le entrate necessarie nel 2013 per coprire le spese relative ai rifiuti, alla pulizia delle strade e ai cosiddetti “servizi indivisibili”:
• €598mila per il servizio rifiuti, ossia per pagare il costo annuale dell’appalto per la gestione dell’isola ecologica e della raccolta dei rifiuti porta a porta
• €162mila per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati alla discarica dell’Inviolata (€60mila) e per il riciclaggio della parte umida (€92mila), per un totale di entrate e di uscite per i rifiuti di €760mila.

Inoltre:
• €213mila per lo spazzamento delle strade
• €37mila per i costi di personale materiali e utenze per l’accertamento e la riscossione del TARES
• €37mila per l’ammortamento.

Infine:
• €300mila per i servizi indivisibili.
Il totale delle spese che i cittadini con il TARES devono coprire al 100% è di 1.347mila euro, di cui 1.047mila al Comune e 300mila allo Stato.
Il Comune, sulla base delle utenze censite, ripartisce i 1.047mila euro in questo modo: l’80% tra le famiglie e il 20% tra le attività commerciali e produttive.
Ogni utenza paga principalmente in base a due criteri: la superficie dell’abitazione o del locale di lavoro e il numero dei componenti la famiglia. Inoltre, ciascuna famiglia e impresa versa allo Stato 0,30 centesimi per ogni mq della superficie del proprio immobile.

Il TARES è figlio della politica dell’austerità L’amministrazione comunale giustifica l’aumento del TARES col fatto che ha dovuto applicare questa nuova legge, elaborata dal governo Berlusconi, emanata dal governo Monti e regolamentata dal governo Letta. In parte questo è vero. E’ vero che questa legge fa pagare la crisi finanziaria ai Comuni e i Comuni, a loro volta, ai cittadini. Ma i nostri amministratori non hanno nemmeno voluto votare una mozione rivolta al Parlamento contro i tagli finanziari ai Comuni. Infatti i nostri amministratori sono fedeli sostenitori di partiti che hanno votato tutti e tre questi governi e questa legge, condividono la politica dell’austerità, dei tagli ai servizi pubblici, della libertà di speculazione finanziaria, della riduzione della progressività delle imposte, della precarietà del lavoro. Quella politica che dopo 6 anni di crisi ha impoverito i ceti medio bassi e arricchito ancora di più il 10% dei ceti alti.

Il TARES e le spese gonfiate
L’amministrazione comunale non è credibile quando scarica la colpa degli aumenti sui governi che appoggia. Inoltre riteniamo che essa abbia messo del suo in questi aumenti del TARES. Secondo noi sono gonfiati del doppio i costi per lo spazzamento delle strade, € 213mila per 5 addetti con un orario di lavoro part time; e € 37mila per l’accertamento e la riscossione del TARES.
I costi del vecchio e del nuovo sistema di raccolta differenziata
L’amministrazione si difende cercando di scaricare le responsabilità dell’aumento del TARES sul porta a porta, anzi più malignamente sull’amministrazione che ha ne ha curato progetto e la gara. Ma i dati dimostrano il contrario. I costi degli ultimi 4 anni relativi al servizio rifiuti sono questi:

In migliaia di euro 2010 2011 2012 2013
spesa raccolta rifiuti euro 211 euro 413 euro 412 * euro 598
spesa smaltimento rifiuti euro 482 euro 310 euro 252 euro 162
Totale spesa rifiuti euro 693 euro 723 euro 664 euro 760

*nel 2012 il Comune ha beneficiato di un contributo una tantum della Provincia di Roma per l’avvio del porta a porta.

Ricordiamo che l’isola ecologica è stata aperta il 14 maggio 2012 e la raccolta differenziata porta a porta è iniziata il 15 ottobre 2012. Invece, dalla tabella risulta nel 2012 una spesa uguale al 2011. Questo perché una parte del nuovo servizio è stata pagata con un contributo della Provincia. Perciò il raffronto esatto tra i costi della raccolta tradizionale e i costi del porta a porta va fatto tra i dati del 2011 e quelli del 2013. Come si vede la differenza tra il 2011 e il 2013 è di 37 mila euro in più, a fronte di un servizio che è notevolmente migliorato avvicinandosi agli standard europei, mentre Comuni come Tivoli o Roma rischiano quotidianamente di avere montagne di rifiuti in strada.
Cambia anche la composizione della spesa: aumenta quella per la raccolta dei rifiuti e la gestione dell’isola ecologica che occupa 7-8 addetti rispetto ai 3 di prima, e diminuisce la spesa per la discarica.
Il rapporto tra qualità del servizio e costo del servizio è sicuramente a vantaggio della qualità della vita dei cittadini, del decoro del paese, dell’occupazione e dell’ambiente.
Questi miglioramenti sono dovuti anche all’attenzione con cui è stato redatto il progetto del porta a porta e preparata la gara d’appalto.

Il TARES e il porta a porta
L’attuale amministrazione comunale insinua che la gara è stata fatta male perché prevede che i ricavi della vendita di carta, vetro, plastica e alluminio vanno alle ditte che gestiscono il servizio e non al Comune.
Questa scelta è stata proposta dal progettista e condivisa dalla giunta, dagli uffici comunali e provinciali, perché:
• il corrispettivo a base d’appalto era sensibilmente più basso della media degli appalti di questo tipo e quindi era giusto concedere un ulteriore possibilità di introito alla ditta
• lasciare i ricavi dei materiali della raccolta differenziata alla ditta era un incentivo alla stessa per eseguire correttamente la raccolta, per separare e non mischiare le varie tipologie dei rifiuti
• le pratiche burocratiche per ottenere i ricavi sono svolte dalla ditta e non dagli uffici comunali. Questa scelta ha pagato e sta pagando:
• il costo dell’appalto del servizio rifiuti di Castel Madama è di circa €80 a cittadino (598.000/7.500), inferiore alla media nazionale che si aggira sui 100 euro a cittadino (risparmio di 150mila euro);
• la quantità dei materiali riciclati è altissima: il Comune di Castel Madama nei primi mesi del porta a porta ha riciclato il 73% dei rifiuti, guadagnandosi il premio di “Comune riciclone”;
• questa alta percentuale ha portato il Comune ad abbattere la spesa per la discarica dei rifiuti indifferenziati dell’Inviolata da €300mila del 2011 a €60mila del 2013 (risparmio di 240mila euro).
Le critiche dell’attuale maggioranza sono pretestuose e, come al solito, tendono a spostare l’attenzione dalle scelte sbagliate dell’oggi alle polemiche sul passato. Intanto a pagare sono i cittadini. Speriamo, almeno, che abbiano una buona memoria e non ripetano lo stesso errore.

Nel 2014 la IUC
Queste informazioni sul TARES valgono soltanto per il 2013. Il Parlamento ha appena approvato la legge di stabilità che introduce fin dal 2014 la IUC, Imposta Unica Comunale. Essa si compone di tre voci: l’IMU sugli immobili diversi dall’abitazione principale, la TARI (tassa rifiuti) e la TASI (tassa servizi indivisibili che verrà pagata sia dal proprietario sia, per il 10-30%, da chi abita in affitto).
Dalle prime informazioni sembra che i Comuni avranno maggiore autonomia nel decidere le aliquote, le rate e le scadenze, le riduzioni ed esenzioni sulla base della capacità contributiva del nucleo familiare, anche utilizzando l’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente. C’è spazio per studiare la normativa, adattarla alla situazione di Castello e avanzare proposte che tengano conto delle esigenze del Comune nell’erogare servizi, della situazione socio-economica delle famiglie, del rispetto del principio costituzionale “chi più ha, più tasse paghi”.

Per maggiori informazioni sul TARES consultare il sito del Comune di Castel Madama: a sinistra della home page cliccare “deliberazioni del Consiglio comunale” e aprire le n. 53, 54 e 55 del 2013.

 
 
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