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Una battaglia per il diritto al futuro, questo è il sottotitolo del libro presentato sabato 6 febbraio presso la biblioteca di Castel Madama dall’autore Marco Bersani.
Socio fondatore di Attac Italia e fra i portavoce del Genoa Social Forum, Marco Bersani inizia il suo intervento riportandoci indietro di 22 anni, quando in Italia un largo movimento sconfisse, attraverso lo strumento referendario, quella che allora venne definita la follia nucleare.
Oggi l’assurda proposta di impiantare centrali nucleari in Italia si ripresenta, sotto l’ala protettiva del governo Berlusconi, sbandierando le stesse motivazioni di carenza energetica di allora, condite per lo più da riferimenti retorici al nostro stato di forte crisi economica quale quella che stiamo attraversando.
Partendo dal presupposto che non sia possibile ne quantomeno giusto decidere ora e da parte di pochi quanto votato in un referendum, è però necessario riconoscere che nulla di nuovo ha seguito quella battaglia politica voluta da molti.
Successivamente alla vittoria elettorale quel movimento non ha avuto una storia successiva. Nulla o poco è stato proposto e perseguito affinché si imboccasse la strada di una corretta sperimentazione che portasse alla luce una nuova via nel campo delle energie alternative.
Somme da capogiro fanno capo al nuovo progetto nucleare, risorse sicuramente sottratte alla possibilità di implementare maggiormente la ricerca e diventa quindi lecito chiedersi: ma sarà davvero l’energia del futuro? Il nucleare può sostituire solo l’energia elettrica prodotta da gas e carbone, ma non è sicuramente alternativo alla produzione di combustibile da petrolio, stimata a livello mondiale intorno all’86% dell’energia totale. La copertura in termini di energia primaria totale da parte del nucleare è del 6,3%. Quale rapporto costo-quantità?
Altro tema di analisi l’uranio; al di là dell’esser favorevoli o meno, si deve considerare che nel caso in cui l’iter pro nucleare dovesse avere un esito positivo, i primi siti non entrerebbero in funzione prima del 2030 e la maggior parte dei rapporti scientifici stimano le risorse di uranio nei giacimenti non utilizzabili oltre il 2035 circa.
Centrali sicure? Potrebbe sembrare pura demagogia sfruttare questo filone per incrementare le ragioni del no, ma vi siete mai chiesti perché successivamente ad un incidente nucleare si è parlato di progettazione di siti più sicuri? Più sicuri del precedente poiché fino a quel momento non era stata prevista quella tipologia di guasto e del resto si è sempre pronti a far da cavie per il progresso e per il futuro energetico!
Quali centrali e di quale generazione?
Al di la di questa non banale distinzione va considerato che in merito ai siti di ultima generazione nessuno è ad oggi ancora in funzione. Dei modelli Epr attualmente in costruzione in Finlandia ed in Francia, due sono quelli che dovrebbero essere acquistati ed installati dal nostro governo.
Attenzione centrali ancora in costruzione e di nuova progettazione e mai utilizzate prima d’ora!
Marco Bersani ci racconta che l’Autorità di Sicurezza Nucleare Francese, non ultima nel campo, ha rilevato circa 200 violazioni relative al protocollo di sicurezza su una delle centrali suddette. In Finlandia dove le cose non stanno andando meglio sono state rilevate ben 1500 violazioni.
Altra grossa bugia, la mancanza di emissione di radiazione. E’ ampiamente dimostrato in modo scientifico come siano state registrate emissioni nel funzionamento ordinario delle centrali. Ordinario quindi e non consequenziale ad un incidente!
La diagnosi è semplice, la spesa sarà pazzesca ed i rischi molteplici, senza dimenticare che secondo dati del 2006 la capacità elettrica installata nel nostro paese (88.300 MW) supera abbondantemente la richiesta (55.600MW). Un affare di pochi a beneficio di nessuno?
Qual è allora il primo passo da compiere?
Sorgeranno sicuramente come lo è stato per la Val di Susa, per il Ponte sullo Stretto, per il Dal Molin, comitati locali pronti a combattere nei comuni dove sarà ipotizzata la localizzazione dei nuovi siti. E’ inutile ricordare che le nuove centrali saranno ufficializzate subito dopo le elezioni regionali, perché non si è stupidi a tal punto da rivelare queste scomode informazioni in campagna elettorale.
Sarà in quel momento che la battaglia politica non dovrà essere relegata alle piazze di quei territori specifici e dovrà essere impegno di tutti costruire fin da subito una rete di contatti in grado di informare e dove necessario controinformare. Scardinare scientificamente con dati alla mano le false notizie ed impostare parallelamente una grossa battaglia, affinché la produzione di energia nel nostro paese torni nelle mani pubbliche e non spacchettata a misura di leggi di mercato diventando poi arbitro dei nostri consumi.
Marco Bersani
Nucleare: se lo conosci lo eviti
Edizioni Alegre