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Potatura Parco Oudenaarde
Un atto d’amore verso il Paese

di Angelo Moreschini

Intervista a Luigi Chini, Cavaliere della Repubblica, ex brigadiere dell’arma in pensione. Con il suo lavoro volontario alla comunità ha riportato alla luce il “verde pubblico”, potando alberi, siepi e cespugli ingarbugliati ormai fino a formare in alcuni tratti una impenetrabile macchia.

Come possiamo spiegare ai nostri lettori il gesto che hai compiuto Luigi?
Intorno alla metà degli anni ’80 in estate passavo spesso giornate in questi giardini, erano stati costruiti da poco. Venivo con i miei piccoli, ed ho ricordi molto belli di quei giorni.
Poi sono andato via da Castel Madama, per lavoro, e quando vi sono tornato, dieci anni dopo, sono andato ad abitare vicino ai Collicelli, per cui questo angolo del paese lo vivo poco rispetto ad allora. Qualche tempo fa passeggiavo da queste parti con alcuni giovani amici, che hanno bambini piccoli e lamentavano il fatto di non poter sfruttare il Parco Oudenaarde per farli divertire, perché era in condizioni pessime. In effetti avevamo davanti un giardino pubblico dimenticato dalle istituzioni da almeno vent’anni. Mi sono fermato un attimo e mi sono tornati alla mente i ricordi legati a quel posto. Ho pensato che fosse davvero un peccato che i miei amici, come tanti altri, non possano usufruirne. Ho cominciato a riflettere…

Così hai deciso!
Sì! Ho presentato una domandina direttamente al Sindaco, dove chiedevo di poter fare le pulizie del verde nel Parco Oudenaarde in modo volontario e gratuito, chiedendo solo un rimborso delle spese per il materiale e le attrezzature di lavoro.

E ti è stato concesso?
Con il Sindaco ci siamo trovati subito d’accordo e l’assessore Pistoia ha supportato tutte le mie richieste dal punto di vista logistico e pratico. E di questo devo lodarli. Così ho iniziato a lavorare, un sabato e una domenica però, poi mi hanno chiamato dall’Ufficio tecnico del Comune, dicendomi che non potevo svolgere quel lavoro, in quanto la responsabilità nel caso avessi avuto un infortunio sarebbe ricaduta sul capo settore.

Il classico problema burocratico. E come sei andato avanti?
Ne ho parlato con il Sindaco e si è trovata una soluzione: mi sono iscritto alla Protezione Civile. Mi è sembrata una buona soluzione, sia perché questo lavoro rientra nelle attività da essa svolte, sia perché abbiamo risolto il problema delle responsabilità in caso di incidente. Così ho ripreso a lavorare a spron battuto per raggiungere il mio obiettivo.

A vederlo ora il Parco si capisce quanto sia stato enorme il lavoro svolto, soprattutto se si pensa che lo hai fatto da solo. Quanto tempo hai impiegato?
C’è voluto un mese circa di duro lavoro, di vera fatica. Ma non è la fatica a pesare, per una persona come me, in pensione ma ancora con molta forza in corpo da scaricare, per poter dormire bene la notte. Pensa che la ditta incaricata dal Comune ha riempito almeno cinque volte il camion grande e una cinquantina di viaggi li hanno fatti gli operai comunali con il furgone: hanno impiegato cinque giorni per portare via tutte le ramaglie e le potature. Però non è ancora completa l’opera, il Comune dovrà finire di togliere tanta sporcizia rintanata nei giardini; dovrà risistemare i muretti, le ringhiere.

Come ci si sente dopo aver compiuto un gesto di così alto e raro senso civico?
Sono orgoglioso di quello che ho fatto. E non voglio squilli di tromba né ringraziamenti particolari. Ho raggiunto il mio obiettivo e questo mi basta: permettere di nuovo ai bambini di poter giocare in questo parco come io ho fatto con i miei figli 25 anni fa. Per questo si dovranno organizzare nel Parco delle festicciole, dei piccoli semplici eventi che richiamino le famiglie a popolare di nuovo con i loro bambini questo spazio. Penso ai bambini dei miei amici, loro sono la nostra vita ormai.

Devo dire che colpisce molto l’amore e il rispetto per il posto in cui si vive che è alla base del tuo gesto. Non a caso, lo dobbiamo ricordare, tale impegno civile per te non è una novità, visto che insieme a tua moglie Tatiana avete già recuperato e riportato alla vita un piccolo angolo del paese, il giardinetto sotto i Collicelli tra Via Cavour e Via Sant’Agostino.
Sì, anche in quel caso, avendo il giardino sotto casa era un peccato affacciarsi e vedere quel pezzetto di terra in stato di abbandono. Era anche un pericolo per il fatto che ci si annidavano animali e sporcizia. In effetti è venuto proprio un bel lavoro, ma durante l’inverno c’è stata una gelata che purtroppo ha fatto diversi danni. Ora abbiamo chiesto al Comune di aiutarci per mettere a dimora nuove piante e fiori.

La cura dei beni comuni oggi è la pratica più urgente e difficile da stimolare nei cittadini e nei giovani in particolare. Il nostro paese subisce esempi opposti a quelli da voi offerti: il bene pubblico viene deturpato, massacrato, come fosse senz’anima e senza padrone.
E’ vero, ma in questo caso siamo fortunati, perché presto davanti al Parco sorgerà la nuova Caserma dei Carabinieri e questo dovrebbe garantire un certo controllo, scoraggiando gli atti di inciviltà.

C’è chi sporca e c’è chi rompe, lo vediamo ogni giorno. Ma per fortuna a Castel Madama si registrano anche segnali positivi: quelli semplici, di tanti cittadini che si prendono cura degli spazi davanti casa o fuori dal negozio; e quelli straordinari, come l’impegno volontario di Luigi e Tatiana. Poi ci sono state le “giornate della comunità”, che hanno visto cittadini e associazioni rimboccarsi le maniche e compiere piccoli grandi gesti, come ripulire muri dalle scritte o ravvivare aiuole e giardini.
Speriamo che il risveglio sia contagioso e si moltiplichino le iniziative in difesa del decoro e del bene pubblico, siano esse spontanee o stimolate dall’amministrazione comunale, perché il miglioramento del nostro paese passa anche attraverso una responsabilizzazione e una collaborazione dei cittadini con le istituzioni.


 
 
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