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Congresso locale del PD. Prevale la linea dell’unità del centrosinistra.

Angelo Moreschini

Sabato 27 novembre ha avuto luogo uno degli eventi più attesi dalla politica castellana negli ultimi anni. Certamente nessuno si aspettava un epilogo così netto: una vittoria piena del gruppo dirigente che ha sostenuto il segretario uscente Guido Spicciani. Dopo un periodo di rapporti interni tormentati e difficili che hanno portato alla quasi totale paralisi dell’attività politica, il PD locale inizia una nuova fase con un giovane segretario, Pietro Proietti, e con un Direttivo composto in modo equilibrato da militanti più esperti e da persone al primo impegno con responsabilità direttive.

Il programma della lista che ha ottenuto oltre il 70% dei consensi, anche perché non vi erano liste alternative, si fonda su un giudizio positivo dell’operato dell’attuale amministrazione e sull’obiettivo di rilanciare l’alleanza di centro-sinistra proponendo la ricandidatura di Pino Salinetti alle imminenti elezioni comunali.


In una sala non proprio affollata, il Congresso si è aperto con un amaro bilancio dell’ultimo anno di vita politica della storica sezione di vicolo Giustini. Nella sua relazione il segretario uscente Guido Spicciani ha ricordato di essere succeduto ad altri dimissionari in un momento in cui il clima nel partito era già fortemente compromesso da scontri interni che hanno allontanato dall’impegno politico molte persone che con entusiasmo si erano avvicinate durante la fase costitutiva del Partito Democratico.

Per il segretario uscente i problemi alla base di questa situazione sono riconducibili alla disputa nata sull’assegnazione delle cariche in amministrazione. Una disputa mai risolta che ha logorato il partito, che ha fatto prevalere invece della politica i rancori vecchi e nuovi tra le persone. A Guido Spicciani sono state rivolte parole di stima e apprezzamento per aver saputo portare, com’era nell’obiettivo dichiarato all’inizio del suo mandato, fino al congresso un partito diviso. Come ha affermato Marcello Vasselli, egli, nonostante i pesanti attacchi e i continui inviti alle dimissioni, ha dimostrato grande onestà politica e intellettuale, fornendo un esempio di etica e d’impegno al servizio del partito.

Il segretario uscente, nella sua relazione, ha ribadito la convinzione della necessità che il progetto PD vada avanti per il bene del centrosinistra e per non lasciare l’Italia e Castel Madama al centrodestra. Coerentemente con quanto affermato nel momento dell’accettazione della carica di segretario, ha annunciato di non ricandidarsi e ha indicato in Pietro Proietti, “portatore naturale di rinnovamento in quanto giovane, la persona giusta sulla quale il partito deve puntare, per ritrovare l’unità, bloccare l’emorragia di consensi e rilanciare il PD alle prossime scadenze elettorali”.

Ma il segretario uscente è andato oltre, e ha indicato la linea politica che il nuovo direttivo dovrebbe avere: sostegno all’attuale amministrazione, rilancio dell’alleanza di centrosinistra, ricandidatura a sindaco di Pino Salinetti.

Le convinte motivazioni che Spicciani ha portato a sostegno di queste scelte sono diverse: “la prima è che nonostante le enormi difficoltà ed alcuni limiti oggettivi, questa amministrazione ha lavorato bene. Un esempio per tutti è l’aver portato a compimento una seria programmazione del territorio, rinnovando i Piani urbanistici, dando loro chiarezza e certezza. Proprio perché il lavoro è serio e capillare, i frutti li vedremo tra qualche anno, ma è un merito enorme che il paese deve riconoscere, visto che i problemi che viviamo oggi sono il risultato di una ambigua pianificazione e di una cattiva gestione. L’attuale sindaco va quindi riconfermato, sia perché lo merita, sia perché non riconfermarlo significherebbe perdere di sicuro le elezioni, in quanto la gente non capirebbe la sua sostituzione, come è già successo”. Il riferimento è alla mancata ricandidatura nel 1997 dell’allora sindaco uscente Luigi Garofolo, una scelta che divise fortemente il centrosinistra. “Inoltre”, ha continuato Spicciani, “non ricandidare Pino Salinetti significherebbe anche venir meno all’impegno preso con i partiti del centrosinistra, con cui siamo alleati”.

Insomma, la relazione del segretario uscente disegna un PD che vuole tornare ad essere forte, motore del centrosinistra unito, sulla base di un rinnovato sostegno politico all’attuale sindaco e alla sua amministrazione, affinché porti a termine i tanti progetti avviati.

Invitato ad intervenire il sindaco ha esplicitato la sua “disponibilità a continuare il percorso di cambiamento avviato, correggendolo dove è necessario, coinvolgendo nuovi e giovani attori, ma tenendo fermo il programma in corso di realizzazione”.

Salinetti ha indicato l’unità del centro sinistra a Castel Madama come un valore da proteggere “per scongiurare altre sconfitte, come quelle maturate negli ultimi tre anni dal centrosinistra: prima il governo Prodi, poi Marrazzo, Lippiello a Guidonia, Baisi e Vincenzi a Tivoli, Thomas a Vicovaro e così via”.

“La forza dell’attuale amministrazione – ha proseguito il sindaco - sta nell’essere unita e solidale, al di là dell’appartenenza ai vari partiti; sta nel non aver mai ignorato i problemi che gravano sui cittadini, sta nel non essersi limitata a governare l’emergenza ma nell’aver impostato un lavoro di lungo respiro, prospettando soluzioni radicali e innovative. Così è stato per l’urbanistica e l’edilizia, così per i rifiuti, per la scuola, i servizi sociali e culturali, la depurazione e i concreti progetti per lo sviluppo sostenibile dell’economia locale”.

“Per portare a compimento questo programma c’è bisogno di continuità politica, cosa che Castello non ha mai avuto negli ultimi decenni. L’alternativa a questa prospettiva è lasciare spazio ad un centro destra diviso, una parte del quale oggi ha addirittura vergogna a definirsi tale e si maschera da lista civica né di destra né di sinistra. Il centrosinistra deve continuare a distinguersi con proposte di soluzione dei problemi che pongono al centro l’interesse generale, la difesa dei beni comuni, la solidarietà e l’etica nella politica”.

Il Sindaco ha infine augurato al partito di maggioranza relativa di “ritrovare unità e slancio per proseguire insieme il profondo lavoro di cambiamento, per preparare e vincere le prossime elezioni amministrative e politiche”.

Conclusi gli interventi si è passati alle votazioni per il rinnovo del direttivo e del segretario del PD della provincia di Roma e del circolo di Castel Madama.

Il garante del congresso ha sorpreso tutti annunciando che per il rinnovo degli organi direttivi del circolo era stata presentata una sola lista che indicava come Segretario Pietro Proietti. In effetti ci si aspettava la presentazione almeno di una seconda lista da parte di Enrico Grazia e Mauro Cascini che da tempo avevano manifestato un crescente dissenso sia nei confronti dell’amministrazione comunale che del segretario del circolo, tanto che di recente erano usciti dal gruppo di maggioranza consiliare costituendone uno proprio denominato “Democratici per Castel Madama”.

Il congresso si è concluso con i seguenti risultati: su 92 tesserati aventi diritto al voto, hanno votato 71, dei quali 52 per l’unica lista presentata; 16 hanno consegnato la scheda in bianco e 3 sono risultate le schede nulle. Oltre al nuovo segretario Pietro Proietti è stato eletto un direttivo composto da 16 membri.

 
 
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