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V° Forum dell’Aniene
28-29 maggio 2011 - Castel Madama

A cura del Comitato per l’Aniene

Il Comitato ribadisce le richieste sul progetto di captazione del Pertuso, l’attivazione del comitato di monitoraggio sul fiume e lancia la proposta di un “Contratto di fiume” per l’Aniene

Si è svolto il 28 Maggio a Castel Madama il V Forum dell’Aniene, organizzato dalle associazioni raccolte nel Comitato per l’Aniene che dalle sorgenti alla confluenza con il Tevere lavorano congiuntamente da dieci anni per l’uso sostenibile e la valorizzazione della risorsa idrica nella Valle dell’Aniene.

L’incontro è stato estremamente interessante ed ha consentito di fare il punto su una serie di questioni relative al fiume Aniene. Sono state illustrate le vertenze in corso (captazione della sorgente del Pertuso, Ponte Lucano, scarichi abusivi nel tratto dentro Roma), sono stati presentati nuovi studi sul fiume (soprattutto sul tema dell’inquinamento delle acque), attività di ricerca da parte di scuole primarie e secondarie, iniziative e progetti di valorizzazione sostenibile (riqualificazione ambientale di tratti del corso del fiume, diffusione degli sport di pagaia) e, infine, si è approfondita la conoscenza delle esperienze di “contratto di fiume”, strumento di gestione partecipata alla tutela e valorizzazione dei bacini fluviali.

Il Forum si è concluso ribadendo alcuni punti fermi

1. Richiesta al Commissario all’emergenza idrica Massimo Sessa e alla Segreteria Tecnico Operativa dell’ATO 2 di una copia del progetto esecutivo predisposta da ACEA per la captazione della sorgente del Pertuso. Il Comitato vuole infatti verificare la rispondenza del progetto alle prescrizioni della Regione Lazio e relativa concessione idrica ed agli impegni assunti in termini di portata e di controllo sui prelievi.

2. Richiesta agli Assessorati all’Ambiente della Provincia di Roma e della Regione Lazio di attivare il Comitato di Monitoraggio sul Fiume Aniene, previsto dalla delibera di Giunta Regionale n. 386/2009 e rimasto finora lettera morta.

Tirando le somme del decennio di attività del Comitato per l’Aniene, si è riscontrato come uno dei risultati maggiormente positivi dell’azione delle associazioni sia stato quello di aver stimolato le Amministrazioni pubbliche ad attivare tavoli di partecipazione in cui le comunità rivierasche hanno potuto rappresentare le proprie esigenze.

Volendo dare carattere stabile a questi strumenti di partecipazione, sulla base di esperienze ormai consolidate in Europa ed in Nord Italia, il Comitato per l’Aniene propone alle pubbliche amministrazioni di avviare il percorso per giungere all’istituzione di un contratto di fiume per l’Aniene, come strumento per una programmazione negoziata e partecipata degli interventi sul fiume e per la riqualificazione del suo bacino fluviale.

Tutela delle risorse idriche della Valle dell’Aniene

Di Massimiliano Ammannito - WWF Lazio

Nella valle dell’Aniene il Comitato e le Associazioni che lo costituiscono hanno portato avanti molte iniziative sulla base di questi principi generali:
1 Rigenerare il Bene acqua della distruzione e devastazione
2 Ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico in una visione integrata di governo della tutela delle acque
3 Ripartire della partecipazione dei cittadini

1. Rigenerare il Bene acqua della distruzione e devastazione

- Puntuale denuncia di scarichi abusivi non depurati che si trovano lungo il corso del fiume, segnalazione di situazioni di malfunzionamento degli impianti di depurazione, individuazione di microdiscariche ed altri elementi di criticità

- Battaglia culturale contro i livelli di consumo del territorio (in Svizzera i valori si attestano a 159 litri abitanti giorno, in Svezia a 119 litri, il piano regolatore acquedotti della Regione Lazio ne prevede 350). L’azione è stata particolarmente intensa soprattutto in occasione della vicenda del Pertuso

- Denuncia del livello delle perdite nella nostro sistema acqudottistico, in particolare nella rete dell’acquedotto del Simbrivio (in Svizzera e Svezia i valori sono intorno al 9% in Italia un 15% sarebbe già ragionevole). Anche questo aspetto è legato alla battagli contro la captazione del Pertuso

- Lotta all’abusivismo degli usi, sia in termini di acqua potabile usata in maniera impropria (agricoltura, piscine, usi industriali) sia in termini di pozzi e derivazioni di acque superficiali. Una forte alleanza su questo tema si è stabilita con i movimenti dell’area dei Castelli Romani. In Italia il 75% dei prelievi e dei consumi di acqua dolce è di acqua produttiva ma è solo il 10% dell’acqua fatturata

- Tentativo di introdurre argini contro il malgoverno del fiume ottenendo l’istituzione di un comitato istituzionale per il monitoraggio dell’Aniene da parte della Regione Lazio, che è però ad oggi rimasto lettera morta

- Interventi per ottenere una gestione sostenibile delle centrali idroelettriche poste lungo il corso del fiume

2. Ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico in una visione integrata di governo della tutela delle acque

Il Comitato per l’Aniene nel corso delle sue attività ha purtroppo dovuto sperimentare in pratica tutti i limiti di una gestione in cui al pubblico restano solo poteri “teorici” che non riescono però a influire sulla realtà delle cose. L’esempio macroscopico è quello del Pertuso: - Grazie ad una grande mobilitazione di cittadini e comunità locali, il Comitato è riuscito ad ottenere che dal Piano d’Ambito i comuni ottenessero che si stralciasse il progetto di captazione del Pertuso. Ma quella progetto ha continuato ad essere perseguito

- Ordini del Giorno e Delibere dei Consigli Comunali hanno sancito anche in maniera istituzionale la contrarietà a nuove captazioni prima che si fosse messo le mani sulla riduzione dei consumi e degli sprechi. Ma le priorità sono rimaste invariate

- La Regione Lazio ha istituito una Commissione che si è espressa contro ulteriori captazioni nell’Alta Valle dell’Aniene, indicazione mai recepita dal Gestore.

- L’esperienza ha dimostrato come non sia vero che il governo delle acque resta nelle mani dei soggetti pubblici eletti dai cittadini.

- Il Comitato per l’Aniene non ha mai impostato la propria battaglia sul tema del “caro tariffe”, anzi ha chiesto sempre meccanismi che disincentivassero gli sprechi, in coerenza con il principio delle tre fasce del manifesto dell’acqua:

• Fascia di accesso minimo garantito (50 litri abitanti/giorno) a carico della fiscalità generale
• Fascia di sostenibilità: fino a 120 l/ab/gg copertura dei costi, fino a 200 l/ab/gg tariffazione progressiva
• Fascia di in-sostenibilità: oltre i 2oo scatta il divieto. Non “chi inquina paga”, ma chi inquina “non può farlo”

Un altro esempio sul territorio di “privatizzazione”, le Autostrade: era stato promesso che l’ingresso dei privati avrebbe significato abbassamento dei prezzi e maggiori investimenti. Noi che siamo utilizzatori dell’A24, sappiamo come in realtà sono andate le cose.

3. Partecipazione dei cittadini
Il Comitato per l’Aniene ha cercato di rappresentare un meccanismo di informazione e partecipazione dei cittadini sulle scelte di gestione delle acque. Per favorire informazione , conoscenza e partecipazione si è cercato di utilizzare vari strumenti
• Conferenze e incontri pubblici
• Visite Guidate
• Volantinaggi, tavoli informativi
• Discese lungo il fiume e promozione della fruibilità delle aree fluviali

Nel farlo ha dovuto, riscontrare tutte le difficoltà che ci sono ad oggi per la realizzazione di questo tipo di partecipazione
Il Comitato continua però a lavorare in questo senso e lancia la proposta di un “Contratto per l’Aniene” primo caso in Italia di un Contratto di Fiume proposto dal basso.

I CONTRATTI DI FIUME
esperienze e prospettive

Di Giancarlo Gusmaroli - Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale

I Contratti di Fiume possono essere identificati come processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del degrado ecopaesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini idrografici.

In Italia ad oggi (2002-2011) si rilevano circa 56 sottobacini idrografici italiani interessati in varie forme da un percorso di Contratto di Fiume o quantomeno di una espressa volontà di procedere in tal senso. Circa il 20% della superficie territoriale nazionale è interessata: 14 Regioni e 7 Autorità di Distretto.

Alcune esperienze pilota di programmazione negoziata hanno già condotto alla formale sottoscrizione dei primi Contratti di Fiume (2 in Lombardia nel 2004 e 2006 e 3 in Piemonte nel 2010). Altre iniziative sono state avviate negli ultimi 5 anni con la finalità di arrivare all’adozione di un Contratto di Fiume o di un’analoga forma di accordo.

Occorre riconoscere che i fiumi sono entità con cui dobbiamo convivere, raccogliendo quanto possono offrire e invitandoli a comportarsi in un modo per noi preferibile, ma rispettandone la complessa dinamica idrologica, biologica e geomorfologia.

Anche nell’ambito della medesima finalità, attori distinti spesso perseguono percorsi conflittuali. Ognuno di questi interessi produce delle istanze la cui traduzione in politiche di settore o approcci localistici hanno spesso dimostrato un esito infelice.

E quindi occorre ricerca di strategie multi-obiettivo e partecipate di riqualificazione dei bacini fluviali

- recuperare il valore identitario del fiume
- portare a sistema gli interessi in gioco
- attuare misure integrate per il miglioramento ambientale

 

La situazione dell’area di Ponte Lucano

Prof.Carlo Boldrighini, Presidente Italia Nostra Sez. Aniene e Monti Lucretili

 
 
 
 
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