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Cronaca del Consiglio comunale dell'8 settembre 2011

Gruppo consiliare de L'Unione

Mentre la manovra del governo taglia stipendi, pensioni e risorse ai Comuni, la maggioranza aumenta al massimo gli stipendi del sindaco e degli assessori. Inoltre, riduce l’orario di lavoro del Segretario comunale, con conseguenti ritardi nel lavoro dell’amministrazione, nel coordinamento dei settori e nella gestione del personale.

Il consiglio comunale di giovedì 8 settembre inizia con la comunicazione del presidente del consiglio, il quale chiede all’opposizione di attendere ancora per avere la propria postazione nella stanza della minoranza, visto che l’amministrazione ha difficoltà a far lavorare il dipendente con questa mansione. Due giorni dopo, comunque, la postazione verrà allestita.
Il primo punto all’ordine del giorno riguarda i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Dopo diversi interventi della minoranza di chiarimento su questioni relative alla delibera, emerge che la nuova amministrazione ha portato le indennità del sindaco e degli assessori al massimo previsto dalla legge, “concedendosi” un 15% in più di quanto avevano percepito i componenti dell’amministrazione Salinetti.

Il secondo punto è relativo alla convenzione tra il Comune di Castel Madama e quello di San Polo riguardante il segretario comunale. Essa prevede che le ore di lavoro settimanali del segretario siano così ripartite: 21 al Comune di Castel Madama e 15 al Comune di San Polo. La minoranza fa notare che il segretario comunale assicura una indispensabile consulenza e supporto giuridico agli amministratori per affrontare i problemi e le quotidiane richieste da parte di cittadini e imprese; che egli fornisce quotidianamente chiarimenti agli uffici per una efficiente erogazione dei servizi e coordina i capi-settore; che egli opera una azione di controllo e gestione del personale.
E’ evidente che lavorando meno a Castel Madama il nostro comune pagherà solo il 60% dello stipendio del segretario, ma la sua minore presenza avrà di certo una ricaduta negativa su tutta l’attività del comune e di conseguenza sui cittadini.
Mentre la maggioranza illustra la delibera da approvare dicendo che la convenzione con il comune di San Polo ha la durata di 1 anno, la minoranza (l’unica che sembra aver letto gli atti) fa notare che il testo della delibera prevede una durata di 3 anni. La maggioranza, accortasi dell’errore, si giustifica parlando di errore materiale e si approva il punto in delibera con l’astensione della minoranza.
Nonostante l’assenza per malattia del capogruppo dell’Unione, l’ex sindaco Pino Salinetti, la maggioranza chiede la discussione della mozione presentata contro la manovra finanziaria del governo Berlusconi. Mentre i consiglieri di minoranza illustrano la mozione, i consiglieri di maggioranza continuamente lasciano l’aula e ritornano, parlano tra loro e leggono il giornale, snobbando l’importanza della manovra, che riduce stipendi, pensioni e servizi pubblici e taglia sette miliardi di risorse agli enti locali. Le conseguenze sul nostro comune saranno pesantissime: Castel Madama avrà nel 2012 circa 450 mila euro in meno e nel 2013 altri 215 mila euro.
Dopo i due interventi dei consiglieri dell’Unione, l’unico intervento della maggioranza sbalordisce tutti i presenti: il capogruppo Parmegiani continua a sostenere che la manovra del governo è buona, che non c’è una forte crisi economica e che la lotta all’evasione prevista dal governo Berlusconi risolleverà l’Italia.
Parmegiani già una volta aveva stupito tutti sostenendo che la sanatoria dello scudo fiscale è stata positiva perché, permettendo il rientro in Italia dei capitali anche illeciti dai paradisi fiscali con una tassazione irrisoria del 5%, aveva portato denaro nelle casse delle banche ed aveva irrobustito il sistema bancario italiano. Questa volta Parmegiani ha sostenuto che è giusto che i contratti aziendali possano derogare dai contratti nazionali di lavoro e dalle stesse leggi dello Stato, permettendo alle imprese di licenziare d’autorità in barba all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che prevede il licenziamento solo “per giusta causa”.
Dalla discussione e dal modo di stare in aula appare chiaramente che alla maggioranza castellana non interessa, a differenza della gran parte delle amministrazioni locali, il taglio dei trasferimenti agli enti locali previsti nella manovra, la riduzione dei diritti dei lavoratori, l’innalzamento dell’età pensionabile, la riduzione dei servizi, il taglio delle risorse per l’istruzione, la sanità e lo sviluppo, l’aumento dell’IVA e delle tasse e l'assenza di qualsivoglia taglio delle indennità e della riduzione dei privilegi dei parlamentari. Tant’è che boccia la mozione presentata dal gruppo consigliare dell’Unione.
Un peccato, perché la mozione de L’Unione è stata predisposta sullo schema preparato dall’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e approvata dalla gran parte degli enti locali, sia di centro destra che di centro sinistra.
Mentre l’80% dei Comuni italiani si prepara alla Giornata nazionale di protesta contro la manovra economica del governo, attraverso la riconsegna al Ministro dell’Interno delle deleghe in materia di anagrafe e stato civile e la chiusura simbolica dei relativi uffici, il nostro Comune difende e giustifica i tagli del governo.

 
Lettera ANCI
 
Mozione de L'Unione
 
 
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