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Un pomeriggio di pieno estate, Luglio dell’anno che verrà. Ho
visto tanta gente a P.za Dante, vociante ma attenta verso l’asse
che da Via San Sebastiano va verso l’arco del Borgo. Il sole delle
cinque scalda le schiene di chi sta sulla scalinata dei
collicelli, mentre la gente sulle ringhiere dello stradone si
beata sotto i lecci e con gli sguardi verso il basso, direzione
la chiesa di san Sebastiano. E’ chiaro che tutti sono in attesa di
un evento e siamo nella prima settimana di Luglio e come tutti gli
anni, fa l’ingresso nel feudo di Castri Sancti Angeli la sua
signora e padrona la Madama Magarita d’Austria e come tutti gli
anni lo fa in grande stile. L’arco del Borgo è chiuso da un grosso
portone dietro il quale, in onore di questa storica e fantasiosa
presenza, il feudo “castellano” con i suoi rioni si è preparato ad
accogliere tanta gente dai paesi e dalle città vicine.
Il giorno e l’ora è la stessa di sempre, è oramai una istituzione
che il Sabato alle cinque, di quel mese di metà estate, la campana
di San Sebastiano suoni e lo Scoppio di un cannone o una bombarda
si sovrapponga a segnalare a tutti, visitatori e non, che il
corteo della Madama è uscito dalla chiesa proprio in quel momento
e con la sua corte si avvia verso la piazza. E’ una piccola
sfilata di cavalli e cavalieri, con gli armigeri in testa e la
Signora in calesse, con al seguito la sua corte e poi i
rappresentanti dei quattro rioni, i “Massari”, che nel rito della
riconsegna della spada hanno “giurato” in chiesa lealtà e rispetto
sotto gli occhi della loro padrona.
Al passaggio di questa alta corte la gente applaude, la Madama
accenna ad una risposta con la testa mentre, lentamente il corteo
si avvicinano al portone ancora chiuso dell’arco del Borgo.
Tutti sono all’ertati del grande arrivo, soprattutto le due
chiarine e i tamburi in prossimità della porta che, alla richiesta
d’ingresso al feudo annunciata a gran voce dal banditore, lanciano
nell’aria squilli e ritmi potenti a segnalare e ad accompagnare
l’apertura lenta del grosso portone.
Le guardie del corpo di un epoca lontana si aprono e il calesse
signorile con la “Madama” entra per primo nella piazza del Campo
il quale prosegue fino al suo castello con il popolo festante e su
due file.
La festa è così iniziata e tutte quelle persone che hanno atteso
pazienti l’apertura del grande portale possono così percorrere un
viaggio a ritroso fra i vicoli del centro storico a godere di:
allestimenti, sapori, odori, musiche, danze e racconti fiabeschi
che i quattro rioni hanno sapientemente costruito all’insegna
“dell’accoglienza”.
E’ la cronaca di un sogno che non mi appartiene ma! potrebbe essere spunto per un vero e
significante cambiamento e forse tante persone vorrebbero che tutto fosse veramente così…..
Solitamente gli eventi di un certo tipo non si aprono mai alla sordina, ma se concepiti per fare
risonanza, così come immaginati nella descrizione, portano al successo.
Anacleto
l'immagine di Stefano Mancini "Allegoria pittorica"