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La Giunta Regionale del Lazio con due delibere del 9 ottobre scorso ha dato attuazione alla L.R. 3/2010 (assestamento di bilancio) che prevede l’abrogazione dei finanziamenti relativi ai Programmi di investimenti 2009 e 2010.
Con la prima deliberazione l’attuale Giunta revoca i finanziamenti ai progetti presentati dai Comuni nell’ambito del Programma straordinario del 2009, limitatamente a quelli presentati dopo il termine previsto del 21 dicembre 2009 e che, pertanto, hanno usufruito della proroga a tale termine.
Si tratta di 53 opere per un importo di quasi otto milioni di euro, molte delle quali presentate da Comuni della Valle dell’Aniene.
I tre progetti del Comune di Castel Madama (completamento spogliatoi e manto in erba sintetica del campo di calcetto, nuovo ingresso scuola elementare, restauro mole a grano) per un totale di Euro 350mila, rimangono finanziati in quanto la progettazione definitiva era stata correttamente presentata entro il termine previsto.
Con la seconda deliberazione è stato revocato il finanziamento di tutto il Programma straordinario di investimenti per il 2010. Pertanto i tre progetti presentati dal Comune di Castel Madama (manutenzione straordinaria edifici Sales e S. Anna, manutenzione straordinaria strade centro urbano, acquisto giochi per i giardini delle scuole) per un totale di Euro 250mila, non potranno più essere realizzati con i finanziamenti per il 2010 prima concessi e oggi revocati.
L’Amministrazione si sta comunque impegnando per ricercare i contributi necessari attraverso leggi regionali di settore.
Da sottolineare che, grazie alla buona pratica amministrativa, il nostro Comune ha evitato, almeno in parte, di incappare nei tagli effettuati dalla Regione Lazio.
Le scelte regionali (revoca di provvedimenti già assunti e ritardo cronico nella liquidazione di contributi già concessi) mettono in seria difficoltà i Comuni che non riescono a far fronte ai debiti contratti con le ditte appaltatrici di lavori pubblici ormai completati da uno o più anni. Ancor di più tali scelte danneggiano le piccole e medie imprese che hanno eseguito le opere e ne attendono il pagamento. Si innesca così un circolo vizioso che indebolisce tutta l’economia locale e le cui conseguenze negative ricadono sui soggetti più deboli dell’imprenditoria e del lavoro.